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La monumentale opera del celebre medico greco Dioscoride di Anazarba, intitolata "De Materia Medica", era in antichità l'unico punto di riferimento per lo studio e il riconoscimento dei medicamenti. Questo codice dettava legge sulla conoscenza delle piante medicinali e costituiva una sorta di Bibbia per medici e speziali. Nel Medioevo circolavano tuttavia delle volgarizzazioni alquanto approssimative di questo codice, che avevano la presunzione di rendere la scienza medico-farmaceutica accessibile a barbieri, erbolai e droghieri. Da qui nacque la necessità di stendere dei codici professionali e ufficializzarli con il nome di "Farmacopee", che avessero il compito di disciplinare la materia medica e di codificare l'uso dei medicamenti in modo che medici e speziali potessero esercitare le loro professioni con sicurezza e soprattutto con meno confusione.